Pochi lo sanno, ma abbiamo a disposizione 900 milioni di euro per migliorare l'efficienza energetica della nostra casa, risparmiando: si chiama "conto termico". Come, dove e quando chiedere le agevolazioni
L’inquinamento dell’aria torna a livelli negativi da record nelle nostre città. Lo sforamento dei limiti minimi di biossido di azoto e di Pm10 contenuti nell’atmosfera potrebbo portare ad una maxi-multa fino ad 1 miliardo di euro. Insomma, l'Italia rischia di essere multata dall’Europa per il mancato rispetto delle norme sulla qualità dell’aria.
Una lotta, quella all'inquinamento, che possiede in realtà parecchie armi. Una di queste, forse la meno conosciuta, è il Conto termico 2.0. Non tutti lo conoscono ed è poco pubblicizzato. Si tratta del sistema di incentivi (diversi da quelli fiscali, da 730) che sostiene e premia gli interventi attuati per incrementare l’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili.
Quanti soldi sono a disposizione di chi rende la sua casa più green?
Chi rende una casa o un ufficio più green, rispettando una serie di parametri, ha diritto ad avere un aiuto economico diretto, in soldoni. Basta optare per impianti di nuova generazione e per eco-apparecchi, compresi in un catalogo ad hoc. La dotazione messa a disposizione dal governo è di 900 milioni di euro: 700 sono destinati ai cittadini e alle abitazioni private, gli altri 200 sono riservati alla pubblica amministrazione e quindi a scuole, ospedali e altre strutture di interesse collettivo. Non solo. Possono accedere ai fondi anche le cooperative di abitanti e le società in house (per esempio la società per azioni).
Le domande vanno inoltrate al Gestore dei servizi energetici, società del ministero dell’Economia e delle finanze (www.gse.it), responsabile anche dell’assegnazione dei contributi.
Quanto si viene rimborsati e per quali prodotti?
Il Conto termico 2.0 prevede incentivi:
fino al 40 per cento per gli interventi di isolamento di muri e coperture, sostituzione dei vetri delle verande, installazione di schermature solari, illuminazione di interni, tecnologie di building automation (il risparmio energetico a livello di intero edificio), caldaie a condensazione;
fino al 50 per cento per gli interventi di isolamento termico nelle zone climatiche E e F, che diventa il 55 per cento nel caso di isolamento termico e sostituzione delle chiusure finestrate, se abbinati ad altro impianto (caldaia a condensazione, pompe di calore, solare termico, ecc.);
anche fino al 65 per cento per pompe di calore, caldaie e apparecchi a biomassa, sistemi ibridi a pompe di calore e impianti solari termici;
fino al 65 per cento della spesa sostenuta per gli "edifici a energia quasi zero", in sigla nZeb, nearly zero energy building, cioè quelli a bassissimo consumo energetico;
il 50 per cento delle spese per la Diagnosi energetica e per l’Attestato di prestazione energetica (Ape) per i privati e il 100 per cento per i soggetti pubblici
Come si chiedono gli incentivi?
Occorre presentare domanda al Gestore. Le istruzioni e i requisiti per inoltrarla si trovano sul sito del Gse e sui portali delle aziende certificate e specializzate nell’installazione di prodotti e sistemi ecologici, disponibili a fornire a voce tutte le informazioni e le spiegazioni necessarie. Anche i moduli sono reperibili online. I tempi medi di trattazione delle pratiche e di risposta sono intorno ai 50 giorni.
Come si recuperano i soldi?
Il sistema è diverso da quello delle detrazioni fiscali sulle dichiarazione dei redditi. La quota di spesa riconosciuta viene rimborsata direttamente dal Gestore dei servizi energetici, con un accredito sul conto corrente. La forma è quella delle rate annuali, versate per 2, 3, 4 o 5 anni. I privati cittadini possono avere il rimborso in un'unica soluzione, se l’incentivo concesso è sotto i 5mila euro. Idem le pubbliche amministrazioni, in casi particolari.
Inoltre è ammessa la cessione del credito all’azienda di settore prescelta: cioè il cittadino non dovrà anticipare alla società di fiducia la somma corrispondente alla quota di contributo riconosciuto dal Gestore dei servizi energetici, ma sarà lo stesso Gse a provvedere al pagamento della ditta.
Si possono cumulare con altri tipi di incentivi?
Le agevolazioni del Conto termico 2.0 non sono cumulabili con le detrazioni fiscali sul 730 né con altri bonus statali, fatti salvi i fondi di rotazione, i fondi di garanzia e i contributi in conto interesse.
Cos'è il "decreto caldaiette"?
Anche in Italia, dando corso a una direttiva europea, caldaie e altri generatori di calore (quelli alimentati con legna da ardere, carbone di legna e biomasse combustibili) saranno classificati in modo standard, come già succede con gli elettrodomestici, le case, le automobili. Parametri e indicazioni sono contenuti nel “decreto caldaiette”, portato all’attenzione della Commissione europea e ancora da sottoporre al parere della Corte dei conti. Se e quando il provvedimento andrà in porto – entro l’estate, se tutto filerà liscio - i produttori dovranno presentare i modelli a un soggetto certificatore.
Le caldaie saranno tutte classificate?
Questa sorta di ‘giudice’, in base ai risultati delle prove effettuate in laboratori accreditati, verificherà le emissioni e assegnerà le stelle in relazione agli scarichi emessi. Il numero dei simboli sarà direttamente proporzionale all’efficienza a livello ambientale, in una scala progressiva da una (il minimo) a cinque stelle (il top, il massimo delle prestazioni ecologiche). Da lì si procederà, di pari passo, con divieti e incentivi. Gli enti locali, nei loro piani sulla qualità dell’aria, potranno individuare più facilmente a chi dare agevolazioni e aiuti o chi bloccare in caso di allarmi per lo smog e provvedimenti di emergenza (ad esempio: “Per 36 ore dovranno rimanere spenti i generatori di calore a una stella e due stelle”). I generatori di calore più green, nell’attesa, rientrano già nel Conto termico 2.0.